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“Dai… Peter” il nuovo libro di Giovanni Zammataro, a cura di Christian Filostrati.

“Dai… Peter” di Giovanni Zammataro, a cura di Christian Filostrati.

Ho l’immenso piacere di presentarvi la nuova raccolta di poesie dell’autore siciliano Giovanni Zammataro!

Io ho partecipato alla creazione di questo volume come redattore editoriale. Mi sono occupato di tutte le fasi della realizzazione, dalla consegna del quadernino romanticamente (come deve essere!) scritto a penna fino alla pubblicazione del libro.

Scrivo con un nero su un bianco,
un bianco candido
non sempre capito.
Sono un inganno che dice il vero,
o sono il vero che scrive il falso?
Quando scrivo una bugia,
potrebbe essere un’altra verità.
Sono un cialtrone,
malandrino, venditore di parole,
o… un poeta?

– Gio. Z. –

Leggere e prendermi cura di questa raccolta è stato un viaggio fantastico, intenso.

Già i primi versi intrigano, catapultando in volo verso poesie che toccano temi differenti; alcune sono irriverenti, altre divertono, fino ad atterrare con il cuore su quelle che commuovono.

Che dire…

Non posso che consigliarvi di leggerlo (“Dai… Peter” è disponibile qui o su Amazon) e ringraziare l’autore per aver condiviso parte della poesia che gli è nata dentro in tutti questi anni, arricchendo anche il mio volo verso nuovi orizzonti ma soprattutto, come insegnano Peter Pan e Giovanni, con lo spirito giusto!

I "miei" tre libri:
Sai Tu L'Isola Bella di Anna Distefano,
Dai... Peter di Giovanni Zammataro,
Tutto è giusto e perfetto di Christian Filostrati.

“Dai… Peter” , disponibile qui sul mio shop o su Amazon.

Condividete questo articolo, fate girare la notizia e… la POESIA!

Con gratitudine e affetto,

Christian ❤🔥

Giovanni Zammataro
Giovanni Zammataro

Nasce il 6 Giugno 1953 e vive a Biancavilla.

L’arte delle parole e del colore è la passione che da sempre lo accompagna nella vita. Con incanto e meraviglia è giunto a pubblicare “Dai… Peter”, la sua prima raccolta di poesie ispirata all’animo giovane e ribelle di Peter Pan.

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Bisogna saper ascoltare.

Immagini vaporizzate nella mente scaturiscono dalla notte nel cuore.

      Una parte di me vuole essere raccontata, vuole scio­gliersi e sno­darsi alla luce del giorno in cerca di una sorta di purificazione, ma sono le ore buie a smascherare questo mormorio sepolto nel mio es­sere.

      Bisogna saper ascoltare.

    “Bisogna saper ascoltare”.

– Christian filostrati –

      Voglio riassaporare dolci ricordi e disarmare quelli amari, ren­derli innocui col senno di poi e lasciarli andare. Voglio rispolverare le antiche emozioni e liberarle una volta per tutte, dando loro il giusto peso, perché anche quelle più sottili masticano l’animo.

“…rispolverare le antiche emozioni e liberarle una volta per tutte, dando loro il giusto peso, perché anche quelle più sottili masticano l’animo”.

– christian filostrati –

      Occorre fare il punto della situazione. Scrivere aiuta a tenere un filo logico. A volte logicamente illogico. Permette di risciacquare l’anima, strato dopo strato e di comprendere meglio cosa sentiamo, dove siamo, cosa vogliamo. Chi siamo.

      Cerco risposte a domande semplicemente grandi e straor­dinaria­mente vicine. Le cerco nella memoria delle mie percezioni e nell’evi­denza di ciò che è.

      Provo così a togliere ogni singolo velo, avvicinandomi sempre più alla mia essenza. Delusioni. Risentimenti. Paure. I sensi di colpa non mancano mai. Devo ritrovarmi. Questa sera scrivo per riconci­liarmi con me stesso.

Dal romanzo “Tutto è giusto e perfetto”, Christian Filostrati

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Dalle pagine del mio diario (15, 16)

8 dicembre 2012

Ho sbagliato tutto con te. Mi sono reso conto di tante pic­cole grandi cose che prima ignoravo. Questa nuova dimen­sione in cui mi trovo è densa e cupa, mi costringe a osser­vare passato, presente e futuro attraverso una gelatina di risentimenti polverosi che filtrano le mie percezioni. Non sono apatico, purtroppo no. Mi sono reso conto di non averti mai compresa fino in fondo. Strana riflessione dopo sei anni trascorsi insieme dove uno sguardo bastava a dirsi tutto. Non ho intuito la tua insicurezza che invece alimen­tavo. Non ho fiutato le tue paure e sfacciatamente ho sfidato la tua tacita gelosia. D’altronde era un modo come un altro, forse solo più egoi­sta, per sentirmi amato. Ne avevo bisogno poi? Forse sì, perché l’amore è un sentimento esigente, in continuo movimento, scricchiola e graffia, ardente nella sua brutale vivacità. Non basta mai. Mi odio, mi odio davvero tanto e sto soffrendo perché mi manchi.

“…perché l’amore è un sentimento esigente, in continuo movimento, scricchiola e graffia, ardente nella sua brutale vivacità. Non basta mai”.

– Christian Filostrati –

Quando trovi un angelo in questo mondo malato e perverso, è difficile poi lasciarlo. Sai che è unico e quando realizzi di averlo perso, forse per sem­pre, ti perdi anche tu. Perdi co­scienza. Perdi il filo. Perdi il controllo. Perdi tempo. Perdi terreno. Perdi quota (perché tu ali non ne hai). Ti perdi d’a­nimo e cadi tra i miasmi dell’inferno, tra dolore e sofferenza. Non c’è più via d’uscita e qui inizia una lotta innaturale contro se stessi.

Vorrei farmi del male fisico per anestetizzare momentanea­mente i nervi dello spirito, ma ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla. Il brutto vizio di confidarti tutto. Forse era scritto nel destino che ci amassimo e cre­scessimo in­sieme fino poi a separarci… Siamo molto cambiati da quando ci siamo conosciuti e forse abbiamo perso il piacere della semplicità. Mi ripetevi che ero e sarei sempre stato speciale per te, ma ora non mi ricono­sco più così impor­tante. Mi sento inutile, incapace di darti qualcosa di po­si­tivo, che tu possa desiderare, che ti possa servire o farti star bene.

Tu sei fondamentale per me, costituisci il principio essen­ziale su cui si fonda la mia vera realtà, che poi è la nostra realtà.  Siamo stati molto fe­lici insieme e non sappiamo ne­anche noi come siamo arrivati a questo punto. Tu lo sai? Io no. Quante domande, sempre, ovunque. Mi ostino a riflettere perché voglio capire, ne ho bisogno per realizzare che non poteva andare diversamente e così forse troverò la chiave per uscire da questa di­mensione dentro la quale mi muovo a fatica, rallentato dai pesi che mi trascino addosso.

Dal romanzo “Tutto è giusto e perfetto”, Christian Filostrati